Nel mondo della ristorazione è diventato una priorità, un indice di lungimiranza e di fiuto imprenditoriale, saper prevedere e interpretare con precisione i gusti dei clienti. Le scelte di consumo si sono evolute, e con esse si sono innalzate anche le aspettative verso l’esperienza gastronomica.
Un rito che oggi va ben oltre il semplice concetto di “mangiar bene”, o la consueta equazione “più qualità, prezzo maggiore”.
Un fenomeno culturale in continua evoluzione
Il veg non è più un’alternativa per pochi, ma si propone come scelta consapevole, diffusa e trasversale. La cucina vegetale sta ridefinendo l’identità di molti menù, con piatti dove le verdure non costituiscono più un comune contorno, ma diventano protagoniste assolute, alla pari delle altre pietanze.
Sono sempre più richiesti i legumi, le preparazioni a base di miso o tofu, realizzati ricorrendo a tecniche che ne esaltano struttura e gusto, come la cottura a bassa temperatura, un’affumicatura leggera, la fermentazione overnight.
Secondo Ristorazione Italiana Magazine cresce in modo significativo anche la domanda di opzioni vegetali gourmet, non solo per motivi etici o salutistici, ma per il piacere di un gusto ricercato, autentico e - perché no? - trendy.
Comfort food, ma con leggerezza
L’esigenza di piatti familiari, tradizionali e rassicuranti è ancora molto forte, ma la lorocomposizione si evolve, sia dal punto di vista calorico/nutrizionale che da quello estetico. Si prediligono versioni leggere dei grandi classici, con meno grassi e porzioni bilanciate, senza rinunciare alla gratificazione emotiva e al tocco creativo.
Si tratta di un comfort food contemporaneo, che richiama la tradizione ma che fa sempre più parte del culto della salute, oltre che costituire un piacere per il palato.
L’esperienza visiva conta più che mai
Oggi l’impiattamento è già parte dell’esperienza gastronomica. I clienti apprezzano piatti curati nei colori, nella composizione e nella storia che raccontano.
Allo stesso modo anche la location e il design d’interni giocano un ruolo fondamentale: gli spazi diventano veri e propri “set” per momenti da vivere e condividere.
Come osserva horecanews.it, il valore percepito di un piatto cresce notevolmente quando si accompagna a una narrazione visiva coerente e memorabile.
Nomi esotici, sapori decisi… e narrazione artigianale
Dal kefir al miso, fino al tempeh: le fermentazioni non sono più una nicchia, ma una categoria sempre più conosciuta e richiesta.
Piacciono per l’intensità aromatica, per i benefici digestivi e per la storia millenaria e lontana che raccontano. Sono prodotti che parlano di pazienza, cura, sapere tramandato, elementi sempre più apprezzati da un pubblico in cerca di autenticità.
Fusion e pastiche
Le contaminazioni culturali funzionano solo quando sono consapevoli, rispettose e ben eseguite. I clienti sono attratti dai sapori del mondo, ma chiedono coerenza: ogni piatto deve raccontare una storia vera, frutto di studio e visione, non di improvvisazione. E, soprattutto, gli improbabili pastiche dolce/salato, i connubi geografici di dubbia consistenza, le “novità per stupire” sono ora smascherate e rifiutate con fermezza.
La vita in tavola degli “esperimenti di stagione” è molto breve, mentre l’attenzione del cliente si sposta sempre più verso una connessione tra culture capace di creare
valore.
Una sostenibilità concreta
Essere sostenibili non basta: serve comunicarlo con chiarezza.
Ingredienti stagionali, provenienze tracciabili, filiere corte e riduzione degli sprechi sono oggi parametri decisivi per la scelta del locale.
Come riportato anche da Il Sole 24 Ore - Food, sempre più clienti si dichiarano disposti a pagare di più per esperienze che riflettano valori ambientali e sociali in modo trasparente.
Per i professionisti Ho.Re.Ca. la sfida è costruire esperienze che uniscano qualità, etica e coinvolgimento.
Un piatto non basta più, ciò che conta è l’insieme: dallo storytelling sulle materie prime
all’impiattamento, fino all’atmosfera del locale.
Oggi si differenzia davvero solo chi riesce a tradurre tutto questo in una proposta coerente e distintiva.
Cattel supporta la creatività degli chef anche nelle proposte plant-based più complesse: dai legumi ai fermentati (miso, tofu), fino ai piatti pronti veg, alle purée di cocco e avocado, fondamentali per proporre ricette superfood e per realizzare impiattamenti creativi e curati.
Non mancano un’ampia disponibilità di cereali e di verdure classiche e selvatiche, per piatti in cui gusto, esigenze salutistiche e tradizione gastronomica si fondono in armonia.
Per una ristorazione che ascolta il cliente, ma che sa anche ispirarlo.